venerdì 6 giugno 2008

LA NUOVA MARATONA DI FABIO

L’emozione del Passatore!
Nel mio percorso di avvicinamento alla traversata del deserto, accompagnato da Carla,sabato 31 maggio ho compiuto un altro piccolo passo per completare la preparazione alla nostra comune impresa.
L’ultramaratona del Passatore, così chiamata perchè si snoda tra le località dell’appenino tosco-emiliano compreso tra Firenze e Faenza, zona frequentata dal popolare brigante e capopopolo Passator cortese, è una corsa di 100 km. dove la forza fisica e l’allenamento non bastano, ma servono capacità di soffrire e grande forza mentale.
Avevo in programma di correrla per 45-50 km. E con gli amici di sempre sabato mattino di buon ora siamo partiti alla volta di Firenze.
Alle ore 15, con Mario iniziavo la mia avventura del Passatore: è questa una gara nella quale è fondamentale la gestione delle proprie energie.
Abbiamo corso in tranquillità i primi 28 km. tra continui falsipiani per un dislivello di circa 500 mt.: da Borgo San Lorenzo inizia l’ascesa lunghissima verso il passo di Colla Casaglia a circa 1000 mt. di altitudine.
Meravigliosa la squadra d’appoggio, con gli amici che da un mini bus al seguito, facevano un tifo infernale e mi hanno garantito un’assistenza perfetta.
Stavo benissimo, correvo con scioltezza senza fatica e ho superato senza problemi la barriera psicologica dei 42 km. fino allo scollinamento del km. 49 e lì ho cominciato a ragionare pensando alla mia impresa del deserto: sapevo che se avessi corso fino ai 75-80 km. avrei poi voluto tentare di chiudere il mio Passatore.
So per esperienza che il nostro corpo sa dare anche di più di quello che ha per presentare il conto con gli interessi e temevo di compromettere l’allenamento per il deserto: così al km. 62, in perfette condizioni, ho deciso di fermarmi, felicissimo perchè stavo veramente bene: scelta saggia ed intelligente poichè poco dopo purtroppo Mario ha avuto problemi che lo hanno costretto al ritiro, mentre Aldo, il terzo atleta ha proseguito tra indescrivibili sofferenze per portare a termine la corsa.
In quei km. finali ho visto scene di sofferenza indicibili che ritengo non giustificate: va bene la fatica legata all’impresa sportiva, ma farsi male per concludere una 100 km.non è sport.
Sono contento per aver corso stando benissimo: da subito ho ripreso, senza problemi gli allenamenti intensissimi che mi porteranno con la grande Carla a realizzare l’ impresa alla quale stiamo lavorando da quasi un anno e conservo un meraviglioso ricordo del mio Passatore.

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